Venerdì 27 settembre alcune classi del nostro istituto hanno potuto partecipare al teatro Maggiore alla conferenza dell'astronauta Umberto Guidoni. Beh, per chi non lo conoscesse, è stato il primo europeo a raggiungere la stazione spaziale internazionale nel 2001.
La conferenza è partita con il racconto della sua vita, cresciuto con il mito delle esplorazioni lunari, si appassiona moltissimo allo spazio e decide di intraprendere gli studi di astrofisica, la materia che gli consentiva già sulla Terra di "entrare in comunicazione" con lo spazio nonostante la distanza. Ci ha raccontato di come i suoi sogni si sono tramutati in realtà nonostante dei momenti convulsi e di agitazione.
Il tutto è proseguito con i racconti delle sue esperienze spaziali, l'abituarsi all'assenza di gravità, l'abituarsi a dei nuovi contesti diversi da quelli ordinari, l'abituarsi al fatto i piccoli difetti che sulla Terra sono del tutto trascurabili, nello spazio possono pregiudicare l'intera esperienza. a questo punto ci sono stati presentati i nuovi obbiettivi della nasa e dei "navigatori privati", nonostante su questi ultimi si sia dimostrato un po' scettico.
Non poteva in quel giorno mancare un piccolo pensiero alla questione climatica ricordandoci che la presenza dell'uomo non è visibile dallo spazio se non dagli effetti negativi sull'ambiente, anche i più grandi e i più belli edifici della Terra non si vedono dallo spazio ma si vedono gli incendi in California, la deforestazione in Amazonia e l'inquinamento nelle zone della Cina e dell'India.
Ecco, quello che ci ha colpito molto è stata la grande umiltà nel suo raccontarsi, il ricordarci e ricordarsi che in fondo l'uomo è di dimensioni infinitesimali rispetto al contesto che lo circonda e che quindi deve solo godere delle bellezze del creato, e godere non significa sfruttare a più non posso le risorse, bensì custodirlo per lasciare un posto migliore alle generazioni che verranno dopo di noi.
Andrea Buzzi