Oggi andremo ad analizzare un tema molto delicato, che dalla diffusione della tecnologia e in particolar modo dall’espandersi dei dispositivi connessi a Internet (in origine Arpanet : progetto militare statunitense), ha sempre preoccupato chi gestiva la connessione in rete dei vari dispositivi. Infatti i nostri cellulari, computer, tablet, portatili, ecc… hanno sempre comunicato grazie a degli indirizzi che vengono chiamati indirizzi IP. Di questi indirizzi ne esistono miliardi in tutto il mondo e si distinguono in più classi che a loro volta sono divisi in indirizzi pubblici e privati. La grande differenza tra gli indirizzi pubblici e quelli privati è che quest’ultimi possono essere utilizzati solo in una rete locale (es. la rete di casa) e quindi non sono accessibili da altri dispositivi esterni e senza l’utilizzo di particolari metodi non possono nemmeno interfacciarsi a Internet. Mentre quelli pubblici sono usati per far comunicare tutti i dispositivi tra di loro e quindi consentire l’accesso a Internet. Questi indirizzi si differenziano anche in IPv4 e IPv6. La grande differenza è che IPv4 è composto da 32 bit mentre IPv6 da 128, ciò consente agli indirizzi IPv4 di avere 2^32 indirizzi unici disponibili mentre per IPv6 ve ne sono 2^128. Tuttavia la tecnologia IPv6 non è ancora stata implementata per tutti i dispositivi e quindi è ancora in uso IPv4.
Nel corso del tempo registri come il RIPE NCC (in Europa) hanno utilizzato svariate tecniche in modo tale da utilizzare il minor numero possibile di indirizzi IPv4. Recentemente però il RIPE ha esaurito il blocco di indirizzi IPv4 disponibile per l’Europa. Il registro è già intervenuto dicendo che recupererà gli indirizzi IP non più in utilizzo e li redistribuirà in base alla loro lista d’attesa. Ma ciò non basterà a soddisfare tutte le esigenze che gli utenti e il WEB in generale hanno. Infatti si sta sempre più aprendo strada l’ipotesi che inizino a diffondersi sempre di più gli indirizzi IPv6.
Come si può leggere sul comunicato del RIPE (https://www.ripe.net/publications/news/about-ripe-ncc-and-ripe/the-ripe…) senza un utilizzo in larga scala degli IPv6 non si potrà far fronte alla continua espansione del WEB e di Internet. Per il registro ciò non è un male poiché consentirà agli IPv6 di diffondersi maggiormente essendo una scelta quasi obbligata sia per l’Europa che per gli altri continenti o paesi.
Sarà l’inizio dell’avvento degli IPv6 o si limiterà l’espansione di Internet e dei servizi che il WEB offre?
Tonsi Samuele