In questi ultimi giorni a causa del Coronavirus si sta testando un nuovo tipo di didattica: la didattica a distanza, la quale coinvolge le classi dell’Istituto L. Cobianchi, e più in generale di tutt’Italia.
Questa nuova realtà ha portato un cambiamento radicale nelle abitudini mattutine di tutti i ragazzi che per arrivare a scuola utilizzavano vari mezzi di trasporto. Questo può essere considerato un lato positivo poiché si riesce a dedicare più tempo ad altre attività, non avendo più la preoccupazione di viaggiare. Inoltre è vantaggioso anche dal punto di vista monetario, poiché non si devono pagare biglietti e abbonamenti per treni, traghetti e pullman.
Questa modalità di insegnamento può essere considerata il futuro?
Al giorno d’oggi, i professori sono troppo legati a uno stile di lezione troppo frontale, il quale non è molto efficace al di là dello schermo. Infatti un alunno che già in classe è solito perdere l’attenzione, a distanza può essere ancora più propenso a non seguire, essendo molto meno controllato. Emily Newlands (responsabile dello sviluppo e del supporto, National Skills Academy for Health) ha dichiarato: “L’e-learning può essere economico, efficiente in termini di tempo e un modo flessibile per accedere alla formazione. In un settore come quello della salute, dove le persone possono essere rapidamente allontanate, è qualcosa da cui si può uscire e tornare indietro – non si è chiusi in un’aula”.
Questo metodo ha molti vantaggi, ma anche gli svantaggi non passano inosservati, come ha esposto il Dr. Dirk Pilat (direttore per l’e-learning, Royal College of GPs): “Una continua duplicazione delle risorse in tutto il settore, con istituzioni educative diverse che creano contenuti simili risultano in una riduzione dell’utilizzo. C’è sicuramente bisogno di un meta-sito intelligente che accumuli tutte le risorse disponibili”.
Un altro possibile problema sono le valutazioni: come faranno i professori a valutare gli alunni senza aver fatto dei test? Questo quesito è stato analizzato dalla preside Raffaella Giustizieri, la quale afferma che se si deve pensare a delle valutazioni sarà questione di responsabilità da parte degli studenti, che non dovranno copiare e svolgere le verifiche in modo responsabile. Ma siamo davvero pronti ad un cambiamento così radicale?
Samuele Spanarelli