La situazione di emergenza presente nel nostro paese ci ha costretto ad abbandonare le nostre aule. Nonostante questo, la didattica continua sotto forma di didattica a distanza e videolezioni. Le differenze sono molte, tra cui la bassa interazione tra alunni e professori e le numerose fonti di distrazione (gli effetti della didattica a distanza: link)
Non essendoci un sistema nazionale, ogni scuola ha cercato il modo migliore per coinvolgere i propri alunni nella didattica a distanza. In alcuni istituti sono stati i dirigenti a scegliere le piattaforme da usare.
Ci sono professori che pubblicano video su YouTube, o assegnano compiti via mail. Altri, per tenersi in contatto con la classe, si sono affidati ad alcune piattaforme che permettono a studenti e professori di comunicare in modo un po' più diretto, come Google Classroom.
Google Classroom è un servizio web gratuito sviluppato da Google per le scuole e le università che mira a semplificare la creazione e la distribuzione di materiale didattico, l’assegnazione e la valutazione di compiti on line.
La piattaforma che usiamo al Cobianchi è Google Hangouts Meet che permette di creare delle stanze con un massimo di 30 utenti, dove si può interagire tramite webcam e microfono. Inoltre offre la possibilità di condividere il proprio schermo, così che i prof possano mostrare del materiale che completi la spiegazione.
Esistono molte app simili che in questo periodo hanno avuto un incredibile crescità, per esempio "Zoom" è passata da avere 20 milioni di utenti attivi al giorno a 200 milioni.
In ambito universitario vengono preferite la piattaforme come Microsoft Teams o Moodle, che hanno delle funzionalità in più rispetto a Google Meet.
Si può dire che in tempo di emergenza Coronavirus, le multinazionali stanno colonizzando la scuola pubblica. Oltre al guadagno di natura commerciale, è presente anche un problema di privacy.
La didattica a distanza deve accompagnarsi alla protezione dei dati personali. Se la piattaforma scelta comporta il trattamento di dati personali di studenti, alunni o dei rispettivi genitori per conto della scuola o dell’università,
il rapporto con il fornitore dovrà essere regolato da un contratto.
Si sta pensando a un possibile sistema unico implementato direttamente dal ministero che potrebbe risolvere problemi relativi a dati sensibili di docenti e alunni, dato che questi tipi di piattaforme non sono consone a un insegnamento da scuola primaria.
L'importante è cercare in ogni modo di coinvolgere i propri alunni nella didattica a distanza.
Marco Fallara