L'anno scolastico che ormai ci siamo lasciati alle spalle è un anno che difficilmente ci dimenticheremo, sia noi studenti, sia gli insegnanti. Ci siamo salutati l'ultima volta con un augurio di riposo durante le vacanze di carnevale, e credo che nessuno si sarebbe mai aspettato che fosse l'ultima volta che ci saremmo visti insieme come classe. Per noi alunni di quinta è stato senza ombra di dubbio un anno ancor più memorabile di quanto ci saremmo mai aspettati; ci immaginavamo già la serata della famosa "Presa della Statua", tutti uniti ad aspettare l'ultimo giorno di scuola; purtroppo però, nulla di questo è avvenuto.
Quest' anno così particolare mi ha permesso di riguardarmi indietro e di capire la vera importanza della scuola, che forse tutti noi studenti abbiamo sempre banalizzato. Abbiamo guardato con occhi diversi, pieni di malinconia, ciò che è stato fatto, come se la scuola ci mancasse così di punto in bianco.
Come dicevo prima, quest'anno per me è stato l'anno della maturità, una maturità all'insegna dell'incertezza fino agli sgoccioli, ma che è comunque stata in grado di metterci veramente alla prova, come studenti e soprattutto come persone. Per molti esterni al mondo della scuola, la maturità di quest'anno è stata senza dubbio più facile, ma per noi che l'abbiamo vissuta non è andata proprio così; ci è stata chiesta una prova di responsabilità durante la realizzazione dei nostri personalissimi elaborati, e a dire la verità sono emersi anche dei progetti interessanti, come ad esempio piccoli prototipi di social network o veri e propri software gestionali per la gestione di un multisala.
E ora siamo prossimi ad un nuovo inizio (il 14 settembre se tutto va come dovrebbe andare); per alcuni riprende la scuola, mentre per altri, me compreso, è giunto il momento di iniziare una nuova grande avventura, chi con l'università, chi con il lavoro, tuttavia, avremo sempre l'orgoglio di aver fatto parte di una lunga serie di studenti che hanno vissuto la storia di una grande scuola.
Andrea Buzzi